Parlare di sessualità e disabilità significa parlare prima di tutto di diritti.

Vivere una sessualità appagante è un diritto che accomuna ogni essere umano. È un diritto uguale per tutti i cittadini, senza differenze legate all’orientamento, all’identità di genere, ai “gusti” sessuali e alle condizioni personali e sociali.

In apparenza, questo concetto è sdoganato. La realtà dei fatti è del tutto diversa, per quanto si stia facendo più sensibilizzazione sul tema rispetto agli anni passati. Il luogo comune è sempre lo stesso: la persona affetta da una disabilità fisica o mentale è asessuata e disinteressata ad una relazione affettiva.

Tante persone hanno vissuto e vivono questo tema con delle logiche di evitamento e di negazione. Queste modalità di vedere la sessualità investono tutti, però: la persona disabile in primis; i genitori della persona disabile; le istituzioni. Se non si inizia a pensare la sessualità in modo diverso rimarremo sempre impigliati in questa ragnatela di assurdità.

La grande sfida è quindi riuscire a fondere in concetto di sessualità con quello della disabilità. E come possiamo farlo? Possiamo farlo destrutturando i concetti che se sempre portiamo dentro di noi.

Iniziamo così:

Cosa intendiamo quando parliamo di disabilità?

Possiamo leggere il concetto di disabilità in due modi totalmente diversi:

Come patologia

Come una difficoltà che fa parte della vita dell’individuo, come moltissimi altri problemi, ma non è totalizzante per la persona in questione.

Se scegliamo il primo approccio, avremo una visione della persona solo come malattia e come patologia. Il secondo apre invece le porte a una visione olistica dell’individuo, dove oltre ai problemi si possano evidenziare la qualità, le emozioni, la qualità di vita ecc…

All’interno di questo articolo noi parleremo di disabilità avvalendoci di questo secondo punto di vista.

Cosa intendiamo per sessualità?

Anche quando parliamo di sessualità possiamo avere delle visioni totalmente diverse. Innanzi tutto, la parola sessualità e sesso rappresentano due cose differenti.

La sessualità rappresenta il nostro essere al mondo come soggetti sessuati, quindi il rapporto con il nostro corpo, con l’orientamento di genere, con la masturbazione ecc…

Il sesso rappresenta l’incontro tra due corpi. Possiamo decidere di leggere il sesso solo come mero incontro pene vagina o come qualcosa di più ampio, che ha che fare con tutte le sensazioni che il nostro corpo ci regala.

Come possiamo vedere, tutto diventa possibile, una volta destrutturato il concetto di sessualità e disabilità che quasi tutti abbiamo nella testa. Non ci troviamo più davanti a una persona patologica, che in quanto tale non potrà mai sperare in un coito. Ci troviamo di fronte a una persona con delle difficoltà che affronta da sola o in coppia, dotata di un corpo e di emozioni, con delle potenzialità che sfrutta a pieno.

Il diritto alla sessualità nelle disabilità intellettive

Il diritto alla sessualità vale sia che parliamo di persone con una disabilità fisica sia che parliamo di persone con una disabilità intellettiva?

Si, parliamo di diritto alla sessualità anche per persone affette da disabilità intellettiva. Il diritto alla sessualità include ogni individuo, soprattutto se la leggiamo in termini di significato sociale.

Quando nel paragrafo precedente si parlava di costruire una sessualità su misura, mi riferivo proprio a questi casi. L’espressione della sessualità non deve essere per forza solo collegata all’atto del coito, ma può assumere diversi significati e variare nel rispetto delle capacità e dei limiti di ognuno.

Cosa significa riconoscere alle persone disabili il diritto alla sessualità?

Significa imparare a mettere da parte le vecchie convinzioni per aprirci al nuovo, significa destrutturare per ricostruire una sessualità ad hoc sull’individuo (cosa che, permettetemi di dirlo, dovrebbe essere fatta in ogni caso).

Quando ci riferiamo a persone affette da disabilità intellettiva, dobbiamo considerarle come adulti con tutti i diritti connessi alla condizione della vita adulta. Nel farlo, bisogna garantire loro una formazione corretta e calibrata sulla effettive capacità di ciascuno, fornendo tutte le informazioni necessarie sul proprio corpo, le emozioni e i comportamenti sociali appropriati. Significa insegnare il diritto ad avere dei rapporti sessuali e a iniziare ad avere e interrompere relazioni. Significa avere il diritto di non essere alla mercé degli atteggiamenti altrui, il che implica la capacità di proteggersi dagli abusi sessuali e di avere intorno a sé un ambiente umano e dignitoso.

Quando invece ci riferiamo ad una disabilità fisica, è da tenere sempre presente il concetto di dignità e privacy. Diventa necessario facilitare la persona nel realizzare le proprie esperienze e fantasie, sempre mettendo al centro la persona come individuo e non come patologia.