Quando si parla di sessualità, cosa può essere considerato normale e cosa no? Credo sia la domanda più frequente nei pensieri delle persone, quando si parla di sesso.

Quando qualcuno ci racconta esperienze che riteniamo particolari o quando desideriamo provarle in prima persona, quante volte ci chiediamo: “sarà normale?”

Per riuscire a rispondere, bisogna indagare a fondo il concetto di normalità.

Cos’è la normalità

Con il passare del tempo e con il variare del contesto culturale, il concetto di normalità ha subito svariati cambiamenti. Possiamo altresì constatare quanto il concetto di normale sia non solo mutevole, ma quanto vari da cultura a cultura anche nello stesso periodo storico.

La morale influenza moltissimo ciò che viene considerato giusto, corretto e quindi normale e cosa invece non lo è. Pensiamo alla religione cattolica: per un cattolico praticante, non è normale fare sesso prima del matrimonio, abitudine considerata invece assolutamente ordinaria per una persona atea.

Tuttavia, il concetto di normalità dipende da molti altri fattori, oltre che da quello culturale: la “normalità” coincide con visioni statistiche, con costrutti di natura biologico-medica, con la normalità giuridica e individuale.

La normalità statistica risponde a dei criteri di maggioranza: se la maggioranza delle persone mette in atto un comportamento, questo verrà considerato normale e deviante quello messo in atto dalla minoranza.

La normalità biologico-medica dipende dal concetto di sano, mentre l’anormalità dal concetto di patologico. La normalità soggettiva che è condotta da principi di morale individuale.

Quando il concetto di normalità viene associato alla sessualità, la devianza viene violentemente associata al concetto di perversione.

La sessualità umana, tuttavia, consiste in un insieme di innumerevoli sfaccettature che si combinano in modo differente da individuo a individuo. Alcuni elementi vengono considerati significativi nel far emergere cos’è considerato patologico nella sessualità e cosa non lo è.

Quali elementi si prendono in considerazione?

Gli elementi da prendere in considerazione sono:

  • Il simbolismo, ossia la tendenza ad attribuire connotazioni sessuali a oggetti inanimati. Negli individui che presentano una sessualità normale, questa tendenza non condiziona né la vita dell’individuo né la vita di terzi. Nella sessualità considerata anormale, invece, questa ricerca condiziona in modo totalizzante l’individuo e rappresenta l’unica via per appagare il suo piacere.
  • Il ritualismo, ossia la tendenza ad agire atti sessuali in modo ripetitivo. Generalmente l’individuo che lo mette in atto in modo più o meno consapevole ripete una serie di sequenze all’interno dei rapporti sessuali. Si parla di anormalità legata al costrutto del ritualismo, quando il mettere in atto tali sequenze monopolizza totalmente il rapporto fino a diventare una vera e propria dipendenza.
  • La compulsione sessuale, ossia l’impellente bisogno di soddisfare il proprio impulso. Viene considerata anormale quando l’impulso non viene frenato anche di fronte ad un rifiuto.
  • Le fantasie sessuali, pur essendo una parte importantissima della vita sessuale, possono trasformarsi in patologiche quando nell’individuo sono presenti solo atti di violenza, coercizione e umiliazione sempre sganciati da un contesto romantico, che sta a significare un importante fattore protettivo nella potenziale messa in atto di un comportamento pericoloso.

Come analizzato in precedenza, il concetto di normalità è molto vasto e di difficile definizione. Tramite il contesto sociale, è importante indirizzare l’individuo verso un concetto base di normalità ed educarlo a riconoscere i giusti parametri di confronto, filtrando ciò che vede, che sente e che desidera, verso una criticità che possa superare l’ignoranza.

Un po’ di scienza

Spesso considerare un’attività sessuale “deviante” limita l’individuo nella sua sperimentazione. In uno studio del 2015, si rileva che gli individui interessati alle pratiche BDSM aspettano in media 6 anni per sperimentarle; solitamente ciò accade quando sono già adulti.

I dati dello studio suggeriscono la presenza di uno stigma interiorizzato, oltre che un problema di mancanza di informazioni e di mancanza di accesso alla comunità BDSM esistente, con conseguente difficoltà di incontrare persone con gusti simili ai propri.

Inoltre, bisogna specificare che moltissimi studi rilevano che, in generale, i praticanti del BDSM sono paragonabili alla popolazione generale in termini di salute mentale. (Connolly, 2006; Cross & Matheson, 2006; Richters et al., 2008, 2003).

 

Dalla scienza alla vita di tutti i giorni, per non rimanere incastrati all’interno di tabù è importante creare dentro di noi una buona dose di senso critico. Il primo passo per tutto questo è farsi sempre delle domande.